Catalogare il mondo è una delle ambizioni che accompagnano l’uomo fin dall’alba dei tempi. Ambizione che ha dato vita ad alcuni delle più importanti opere della cultura occidentale, tra cui l’Historia Naturalis di Plinio il Vecchio. Come ricordato nel saggio di Donatella Puliga e Mario Lentano, Catalogare il mondo: scienza, poesia, oratoria dai Flavi a Traiano pubblicato da Motta Editore, la notizia delle caratteristiche di un particolare metallo o curiosità sul mondo degli animali trovano tutte spazio in questa monumentale opera.
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La pandemia di Covid-19 e la ricerca di vaccini ha richiamato l’attenzione sull’importanza della ricerca scientifica e della farmacologia che, in quanto scienza, ha peraltro origini antichissime. Ma quando è nata? E come si curavano gli antichi? Ne parla Valentina Gazzaniga, dell’Università La Sapienza di Roma, nel saggio Dioscoride e la farmacopea antica sull’Antichità di Federico Motta Editore. Un valore enorme era riconosciuto in particolare alle erbe e al loro potere curativo.
La carestia, l’epidemia, la malattia: sono tutti problemi con cui l’umanità ha dovuto fare i conti fin dalle origini. Oggi torneremo indietro nel tempo fino all’epoca degli antichi popoli mesopotamici, per scoprire le loro tecniche mediche. A questo tema è dedicato il saggio La medicina mesopotamica: la filosofia, i medici e le pratiche di Gilberto Corbellini, pubblicata sull’Antichità di Federico Motta Editore.
Tra il V e il IV secolo a.C., in una delle aree oggi più calde per la politica internazionale, i Persiani diedero vita a uno degli imperi più estesi della storia antica. Partendo dall’attuale Iran, assoggettarono al loro dominio gran parte del Vicino Oriente, giungendo verso est fino in Anatolia e in Egitto. Scopriamo di più su questo antico popolo con i saggi dell’Antichità a cura di Umberto Eco, pubblicato da Federico Motta Editore.
Gli studi umanistici hanno ancora un senso? È utile studiare ancora i classici greci e latini? Queste sono due domande che tornano spesso nel dibattito culturale contemporaneo. Maurizio Bettini affronta questi temi in un recente articolo comparso sul quotidiano francese Le Monde, in cui viene ricordata anche la sua collaborazione all’Antichità a cura di Umberto Eco, pubblicata da Federico Motta Editore. La risposta alle due domande iniziali è complessa, ma è innegabile che il confronto con i classici ha molto da dire su di noi e sui problemi della nostra società. Ed è in grado di fornirci anticorpi contro la diffusione del razzismo.
I ritardi organizzativi per gestire il passaggio della sede dell’EMA (European Medicines Agency) da Londra ad Amsterdam hanno riacceso le speranze italiane di portare a Milano questa prestigiosa agenzia. L’industria farmaceutica è oggi una voce importante per l’economia globale, e non solo. Il tema della nuova sede dell’EMA riguarda aspetti che toccano da vicino la vita dei cittadini, come quello della salute pubblica. La farmacologia, in quanto scienza, ha peraltro origini antichissme. Ma quando è nata? E come si curavano gli antichi? Ne parla Valentina Gazzaniga nel saggio Dioscoride e la farmacopea antica sull’Antichità di Federico Motta Editore.
L’attenzione della stampa in questi ultimi giorni del 2017 è concentrata sui lavori della Commissione banche e sul sistema bancario del nostro Paese. Gli istituti di credito, raccogliendo depositi ed erogando prestiti, hanno un ruolo fondamentale nell’economia. Ma come è nato il concetto di banca? A partire dal XIII secolo le banche fiorirono in tutta Europa, grazie ai commerci marittimi. Tuttavia, come raccontato anche in Historia di Federico Motta Editore, il concetto di banca è molto più antico.
Si chiamano fake news, che in inglese significa “notizie false”: informazioni inventate che vengono diffuse sul web e, in alcuni casi, riprese da altri media. Possono sembrare uno scherzo o un gioco, ma non è così. Le fake news sono in grado di influenzare, positivamente o negativamente, l’opinione dei lettori. Spesso dietro queste informazioni fuorvianti c’è la volontà di calunniare o delegittimare una persona o un’istituzione. Ma come rispondono i giganti del web a questo problema?
Hatshepsut è ricordata come una delle poche donne faraone. Ne parla anche Emanuele M. Ciampini, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, nel suo saggio L’Egitto del Nuovo Regno sull’Antichità di Federico Motta Editore. Le scoperte offerte dal lavoro degli archeologi ci consentono di sapere di più su questa figura, di cui i suoi successori tentarono di cancellare il ricordo.
«Siamo nani sulle spalle di giganti»: in questo modo i medievali parlavano del loro rapporto con gli antichi Greci e Romani. È una frase che ha avuto molta fortuna nella storia europea e che ha attraversato i secoli. Ma cosa significa? Umberto Eco spiega, nel suo saggio “Nani sulle spalle dei giganti”, storia di un aforisma sul Medioevo di Federico Motta Editore, qual è il valore di questa celebre massima.
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