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Esther e Italo Calvino: nel nome della letteratura

Il 23 giugno scorso se n’è andata Esther Judith Singer, meglio conosciuta come “Chichita”, moglie di Italo Calvino e custode dell’eredità culturale dello scrittore sanremese. Calvino è stato uno dei massimi autori italiani del Novecento. In quarant’anni ha attraversato le principali tendenze del secolo, dal neorealismo al postmoderno passando per il fantastico e il fiabesco. E proprio a lui è dedicato un interessante saggio di Giulio Iacoli sull’Età moderna di Federico Motta Editore.

Dal neorealismo al fiabesco

Esther Judith Singer, una giovane traduttrice argentina, conobbe Italo Calvino nel 1962 a Parigi. La coppia si sarebbe sposata due anni dopo a L’Avana, e dalla loro unione sarebbe nata la figlia Giovanna nel 1965. All’epoca Calvino era già uno scrittore affermato. Nel 1947 aveva esordito con il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, in cui la Resistenza è narrata dal punto di vista di un bambino, Pin. Con i lavori successivi Calvino si era però orientato verso il genere fantastico. A questo periodo risale la trilogia dei Nostri antenati, composta da Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957) e Il cavaliere inesistente (1959).

Scienza e letteratura

La Giornata di uno scrutatore, del 1963, ha rappresentato un momento di riflessione sulla propria opera. Come scrive Iacoli sull’Età moderna di Federico Motta Editore, Italo Calvino fece qui i conti «con tutto il periodo retrostante dell’impegno politico e dell’adesione a un rigore laico e illuministico». Nel 1965 uscirono quindi le Cosmicomiche, in cui percorreva una nuova strada, in bilico tra fantasia e rigore scientifico. Il narratore, Qfwfq, è un essere misterioso che ha la stessa età dell’universo ed è il depositario della “memoria del mondo”. Mito e scienza si fondono qui in una descrizione comico-favolistica dell’evoluzione dell’universo.

Italo Calvino e il postmoderno: la letteratura combinatoria

Negli anni Settanta l’interesse per il rigore scientifico di Italo Calvino si lega ai modelli dello strutturalismo e della semiotica. Lo scrittore sanremese si è così affermato, insieme a Umberto Eco, come uno dei più importanti autori del postmoderno italiano. I titoli sono tra i più famosi della nostra letteratura: Le città invisibili (1972), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979) e Palomar (1983). Il suo testamento spirituale sono le cinque Lezioni americane, scritte per un ciclo di conferenze ad Harvard che però non ha mai tenuto. La sua fama si è poi accresciuta negli ultimi trent’anni, allargandosi a tutto il mondo. Merito soprattutto di Chichita, che si è sempre impegnata a promuovere la sua eredità, seguendo personalmente le edizioni delle sue opere in tutto il mondo.