San Valentino e l’amore romantico
San Valentino è riconosciuto da tutti come il santo protettore degli innamorati. Ma è sempre stato così? Forse non tutti sanno che le origini di questa tradizione affondano nell’Inghilterra del XIV secolo.
La prima “valentina”
[… ] mio beneamato “Valentino”, […] ti prego di non permettere a nessuno di vedere questa lettera, tranne te stesso”.
La tua “Valentina” Margery
Così si conclude la lettera d’amore che nel febbraio 1477 una gentildonna di nome Margery Brews invia al suo amato John Paston, membro dell’aristocrazia di Norfolk.
I due giovani, come nelle più struggenti storie d’amore, si amano follemente, ma i loro parenti si oppongono al matrimonio: il padre di lei ritiene che sua figlia possa ambire a un miglior partito; il fratello maggiore di lui si ritiene offeso dal fatto che la promessa di matrimonio tra John e Margery non sia stata sottoposta al suo permesso.
E lì giù lettere su lettere che i due si scambiano per dichiararsi il loro reciproco amore e per consolarsi per il loro sventurato destino.
Il carteggio tra i due innamorati fa parte di un ricchissimo archivio (noto come Le lettere Paston) conservato alla British Library di Londra, e fornisce una visione affascinante della vita privata della famiglia Paston di Norfolk per un periodo di oltre 70 anni. Ma non solo.
In particolare la lettera succitata, datata al febbraio 1477, in cui i due innamorati si attribuiscono affettuosamente il nomignolo di “Valentino/a”, è considerata la prima “valentina”, ovvero la prima lettera d’amore di San Valentino di cui si conserva memoria, e ci fornisce una interessante testimonianza delle origini della legame tra San Valentino e l’amore romantico. Perché non è sempre stato così.

Margery firma la lettera come ‘La tua Valentina / Mergery Brews’- Londra, British Library, Add MS 43490, f. 24r
Chi era San Valentino?
Ora, se dovessimo pensare a San Valentino come a un personaggio coinvolto per vie traverse in una romantica storia d’amore, ne resteremmo delusi.
Del santo si sa pochissimo: come si legge ne I protagonisti della Cristianità – Il dizionario dei Santi e dei Beati edito da Federico Motta Editore, il santo visse nel III secolo, fu vescovo di Terni, incarcerato e decapitato – non si sa perché – a Roma. La tradizione – forse successiva – vuole che guarì dalla cecità la figlia del suo carceriere, che poté cosi fidanzarsi e sposarsi. Ma fin qui niente di particolarmente romantico.
Fu solo mille anni più tardi (alla fine del XIV secolo) che il poeta inglese Geoffrey Chaucer legò indissolubilmente la figura di San Valentino all’amore romantico. In quegli anni, infatti, Chaucer scrisse il Parlamento degli Uccelli, un poema onirico di grande successo, in cui si racconta di un gruppo di uccelli che all’inizio della primavera – nel “giorno di San Valentino” – si riuniscono in assemblea per scegliere i loro compagni per l’anno.
Da quel momento storie e leggende – alcune ideate dallo stesso Chaucer – sugli atti di San Valentino a favore degli amanti si moltiplicarono e ne nacque una tradizione – più profana che religiosa, a dire il vero – che si rafforzò nei secoli successivi, specialmente nel modo anglosassone e negli Stati Uniti, per arrivare fino ai nostri giorni.
Una storia a lieto fine
Per i più romantici che sono rimasti in pensiero per la storia di John e Margery…
Bene, i due, dopo qualche mese da quel febbraio 1477, convolarono a giuste nozze, grazie allo zampino di Elizabeth, la madre di Margery, che scrisse una lettera a John e approfittò della stagione di San Valentino per risolvere diplomaticamente la faccenda amorosa:
Venerdì è il giorno di San Valentino e ogni uccello si sceglie un compagno. E se volete venire giovedì sera… Confido in Dio che parlerete a mio marito e pregherò affinché la questione arrivi a una conclusione.
Omnia vincit amor.
Buon San Valentino!