1945-2025: 80 anni dalla liberazione di Auschwitz
Nel gennaio 2025 cade un anniversario molto importante: 80 anni dalla liberazione di Auschwitz. Abbiamo già ricordato cosa sia stato l’antisemitismo parlando del volume Educare all’odio: la difesa della razza a cura di Valentina Pisanty, semiologa e studiosa della Shoah e del negazionismo. Approfondiamo ora anche il tema dell’olocausto e delle persecuzioni naziste attraverso il saggio di Vincenzo Pinto sull’Età moderna di Federico Motta Editore.
Regime nazista e antisemitismo
Sotto il nazismo, la comunità tedesca si basava su tre elementi fondamentali: il popolo, lo Stato e il Führer. In questo contesto, gli ebrei erano considerati un elemento estraneo da eliminare. Nel 1933 ci fu la loro esclusione dalla vita pubblica e, successivamente, nel 1935, le leggi di Norimberga revocarono i loro diritti costituzionali. Nel 1938 le autorità naziste confiscarono i loro beni, e nel 1941 imposero loro di portare una stella gialla per essere facilmente riconoscibili. Misure analoghe arrivarono anche in Italia nel 1938, durante il regime fascista di Mussolini, alleato di Hitler. L’ultimo passo fu lo sterminio di tutte le minoranze considerate “inferiori”: ebrei, così come rom, slavi, omosessuali e persone con disabilità.
La soluzione finale
La decisione di procedere con il genocidio degli ebrei fu presa nel 1941, dopo l’invasione dell’URSS, quando le autorità naziste iniziarono a deportare masse di persone nei campi di sterminio. Tra questi, il più conosciuto è Auschwitz, nell’Alta Slesia polacca. Qui, tra il febbraio 1942 e il novembre 1944 trovarono la morte circa un milione di ebrei europei. Molti deportati, oltre a subire la dura vita del campo, erano anche sottoposti a crudeli esperimenti medici. L’occupazione del campo, il 27 gennaio 1945, da parte dell’Armata rossa rivelò al mondo l’orrore dell’olocausto.
27 gennaio, Giorno della memoria
Come scritto da Pinto sull’Età moderna di Federico Motta Editore, la scoperta degli orrori nazisti costrinse (e costringe ancora oggi) il mondo a interrogarsi sul lato oscuro della nostra civiltà. La storia del genocidio ebraico è «il lungo viaggio nel “cuore di tenebra” di una civiltà, che mette continuamente in discussione lo statuto di tutti i suoi esseri umani». Ricordare questi eventi è anche necessario per contrastare il negazionismo, argomento affrontato anche da Valentina Pisanty in alcune sue opere. A questo scopo nel 2000 ci fu, con una legge, l’istituzione anche in Italia del Giorno della memoria, che cade il 27 gennaio: mantenere vivo il ricordo della Shoah per evitare che certi orrori possano ripetersi.