L’antisemitismo del Novecento e «La difesa della razza»

Una delle pagine più oscure della storia europea del Novecento furono le persecuzioni antiebraiche a opera dei nazisti e dei loro alleati. Di questi drammatici avvenimenti parla Vincenzo Pinto sull’Età moderna di Federico Motta Editore. Nel 2003, per i tipi di Motta On Line, uscì anche Educare all’odio: la difesa della razza a cura di Valentina Pisanty, in cui si analizza una delle pubblicazioni destinate a promuovere le teorie razziali, «La difesa della razza».

Le origini dell’antisemitismo

Partiamo però dalle origini. La parola “antisemitismo” fu coniata nel 1879 da Wilhelm Warr, un pubblicista tedesco, ed entrò subito nel lessico della politica europea. L’evento che portò all’attenzione della pubblica opinione le discriminazioni antiebraiche fu però l’affare Dreyfus. Tra il 1894 e il 1906 il generale di origini ebraiche Alfred Dreyfus fu processato e condannato con l’accusa di tradimento, ma si rivelò poi innocente. Negli stessi anni fecero la loro apparizione anche i Protocolli dei savi di Sion, un falso realizzato dalla polizia segreta russa in cui si accusava gli ebrei di ordire un complotto contro l’Europa.

Gli anni tra le due guerre sono caratterizzati in tutta Europa da una situazione di crisi economica, politica e sociale. Sempre più le comunità ebraiche vengono indicate da alcuni partiti come un corpo estraneo nella società e a loro sono attribuite le cause della crisi. A dare maggiore forza a questo atteggiamento è l’antisemitismo scientifico, che partendo da considerazioni pseudoscientifiche individua gli ebrei come una razza inferiore rispetto a quella superiore degli ariani. Questa sarà la base per l’antisemitismo nazista.

Antisemitismo e «difesa della razza»

Per il nazismo la comunità tedesca era fondata su tre pilastri: il popolo, lo Stato e il Fürher. In questo quadro, gli ebrei rappresentavano un corpo estraneo da eliminare. Nel 1933 vennero esclusi dalla vita pubblica, quindi nel 1935 le leggi di Norimberga negarono loro i diritti costituzionali. Nel 1938 i loro patrimoni furono requisiti e nel 1941 fu loro imposto di indossare una stella gialla per essere identificati.

Leggi simili furono introdotte nel 1938 anche nell’Italia di Mussolini, alleato di Hitler. In Italia la principale pubblicazione che diffondeva teorie razziste era «La difesa della razza», la cui attività è studiata nel saggio Educare all’odio: la difesa della razza a cura di Valentina Pisanty, pubblicato nel 2003 da Motta On Line. L’antisemitismo nel nostro Paese ebbe gravi conseguenze. Secondo i dati, furono 6806 gli ebrei arrestati e deportati, e i sopravvissuti ai campi furono solo 837.