,

Umberto Eco e il pensiero medievale

Tra i moltissimi interessi coltivati da Umberto Eco c’era il pensiero medievale. Quella per filosofi come Tommaso d’Aquino e Guglielmo d’Ockham è una passione che si accese presto nel giovane Eco e che lo accompagnò per tutta la sua esistenza. Per Federico Motta Editore, diresse anche una prestigiosa opera dedicata a questo millennio che segnò la storia dell’Occidente.

Umberto Eco, studioso del pensiero medievale

L’interesse di Eco per la filosofia medievale nacque negli anni in cui era studente universitario. Si laureò infatti all’Università di Torino con Luigi Pareyson, uno dei maggiori filosofi italiani del Novecento, con una tesi sull’estetica di Tommaso d’Aquino. In seguito pubblicò la tesi con il titolo Il problema estetico in Tommaso d’Aquino (1970). Nella sua produzione saggistica successiva, Eco si dedicò a svariati campi del sapere e della filosofia, dalla letteratura alla cultura di massa, dalla linguistica alla semiotica. In lui però rimase sempre vivo l’interesse per il Medioevo, per la sua filosofia e la sua cultura. Continuò a occuparsi di Tommaso d’Aquino e dei temi della bellezza e dell’arte nell’estetica medievale. I suoi scritti sul Medioevo però coprono molti altri ambiti, cercando di mostrare affinità e differenze tra il pensiero medievale e quello moderno. Il Medioevo è anche al centro di due dei suoi capolavori narrativi: Il nome della rosa (1980) e Baudolino (2000).

Il pensiero del Medioevo secondo Umberto Eco

Ma che cos’è il Medioevo? È lo stesso Eco a rispondere a questa domanda nell’introduzione al Medioevo, pubblicato da Federico Motta Editore. Anzitutto, bisogna chiarire che si tratta di un’età molto lunga, durata più di un millennio (per l’esattezza 1016 anni). È impensabile che in un periodo così lungo non vi siano stati mutamenti nella cultura, nelle scienze e nel modo di ragionare degli uomini e delle donne. E infatti in questi secoli sono sorte invenzioni fondamentali. Nell’Alto Medioevo, per esempio, nei secoli in cui si afferma la civiltà romano-barbarica, sorgono le lingue che parliamo ancora oggi. Nel Medioevo hanno inoltre visto la luce innovazioni destinate a durare ancora oggi, come per esempio gli occhiali. Ma è stata anche un’epoca di dispute filosofiche e di viaggi: si pensi alle esplorazioni dei Vichinghi, alle vie dei pellegrini per Gerusalemme o Santiago de Compostela, ai viaggi di Marco Polo oppure alla fioritura dei commerci delle repubbliche marinare. Tutti indizi che si trattò di un’età ricca e complessa, ben distante dal cliché dei “tempi bui” di cui si parla spesso.