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La pietra di Scone, tra storia e leggenda

Interno dell'abbazia di Westminster

A un mese dalla morte della regina Elisabetta, ora l’attenzione si è rivolta ai preparativi per l’incoronazione di Carlo III. Al momento i dettagli non si conoscono, ma una cosa sembra certa: durante la cerimonia verrà utilizzata la Pietra di Scone. Che cos’è? Perché è così importante?

Il saggio di Paolo Mariani sull’Inghilterra del Seicento, pubblicato sull’Età moderna di Federico Motta Editore

Una pietra molto preziosa

Anzitutto, spieghiamo brevemente che cos’è la Pietra di Scone. A dispetto di quello che si potrebbe credere, non si tratta di un diamante o di un rubino. È infatti un parallelepipedo di arenaria di circa 152 chili, conservata nella cattedrale di Edimburgo. Ma perché è preziosa? Perché è la pietra su cui tradizionalmente venivano incoronati i re di Scozia. Non solo: secondo la leggenda quella sarebbe la pietra sulla quale si trovava Giacobbe quando vide la scala che portava al paradiso, come raccontato nella Genesi. Anche il suo viaggio dalla Palestina alla Scozia avrebbe del miracoloso: passata dall’Egitto, dalla Sicilia e dalla Spagna, sarebbe giunta in Irlanda e da lì approdata in Scozia nell’VIII secolo. Ma al di là delle leggende, questa pietra ha anche un valore simbolico che la pone al centro di polemiche.

Inghilterra e Scozia

Come abbiamo detto, la Pietra di Scone veniva usata per l’incoronazione dei re di Scozia. E dopo la morte della regina Elisabetta, sarà utilizzata per l’incoronazione di un re d’Inghilterra. Perché? Dobbiamo tornare indietro di qualche secolo, e per farlo seguiremo il saggio dedicato all’Inghilterra del Seicento scritto da Paolo Mariani per l’Età moderna di Federico Motta Editore. L’ultimo re di Scozia medievale a essere incoronato sulla pietra fu John Balliol nel 1292. Dopo di ciò, il re d’Inghilterra Edoardo I la trasferì a Londra e la fece installare in uno scranno a Westminster, a simboleggiare che la Scozia era un regno sottoposto al potere inglese.

Facciamo ora un salto avanti di qualche secolo. Alla morte della regina Elisabetta I, nel 1603, non c’erano eredi diretti per la corona: la sovrana non aveva figli. Il trono passò quindi a un suo lontano cugino, Giacomo Stuart, che era già re di Scozia e che divenne re d’Inghilterra con il nome di Giacomo I. Sotto il suo regno furono quindi unificate le corone di Scozia, Inghilterra e Irlanda. Da allora la pietra fu usata per le incoronazioni dei sovrani di Inghilterra e Scozia. La presenza a Londra della pietra fu però causa di attriti tra le due nazioni: in quanto simbolo della Scozia, dopo lunghe trattative, nel 1996 fu consentito di riportarla a Edimburgo. E sebbene la Scozia abbia concesso di usarla per l’incoronazione di Carlo III, la pietra dovrà tornare immediatamente a Edimburgo subito dopo la cerimonia.