Trent’anni dalla fine dell’Unione Sovietica
Il 26 dicembre 1991 l’Unione Sovietica si sciolse ufficialmente. Per tutto il periodo della guerra fredda l’URSS è stata, insieme agli Stati Uniti, uno dei due poli in cui era diviso il mondo. Il suo crollo ha segnato un passaggio importante nella storia contemporanea. Ricostruiamo come nacque l’URSS attraverso il racconto che ne fa Andrea Possieri, docente all’Università di Perugia, nel saggio La rivoluzione russa su Historia di Federico Motta Editore. Poi, insieme ai Decenni di storia contemporanea, l’Enciclopedia Motta completa la trattazione con la storia dell’Unione Sovietica durante la guerra fredda.
Le rivoluzioni di Febbraio e Ottobre
Per approfondire e avere un’informazione completa l’Enciclopedia Motta, i Decenni e Historia sono delle fonte utilissime. La Russia zarista stava attraversando una fase di crisi già durante il 1916. Nel gennaio 1917 fu ucciso in una congiura il monaco Rasputin, influente consigliere di Nicola II. Seguirono però altri complotti di palazzo. La situazione arrivò a una svolta nel febbraio, quando lo zar abdicò e, il 27 del mese, l’esercito si ammutinò. Il principe Kerenskij divenne capo provvisorio della neonata repubblica, mentre dalla Svizzera tornava in Russia Lenin, che si pose a capo dei bolscevichi.
Lenin tenne ai dirigenti bolscevichi un discorso in cui preconizzava l’instaurazione di un governo comunista (sono le “tesi di aprile“). L’economia russa attraversava una difficile fase, che favorì la popolarità dei bolscevichi tra soldati e operai. In agosto Kerenskij riuscì a sventare il golpe reazionario del generale Kornilov, ma il suo governo fu comunque indebolito. Il 10 ottobre il Comitato Centrale del partito bolscevico decise l’insurrezione armata per la presa del potere, come ricordato anche su Historia di Federico Motta Editore. Il forum dei bolscevichi aveva preso una decisione che avrebbe portato grandi conseguenze.
La presa del potere
La notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917 (il 7 novembre secondo il calendario gregoriano) i bolscevichi presero il controllo dei punti strategici di Pietroburgo. Il 25 ottobre Lenin dichiarò la destituzione del governo: il potere passò al Comitato Militare Rivoluzionario di Pietrogrado. La notte successiva il Secondo Congresso Panrusso del soviet sancì il passaggio del potere ai bolscevichi. L’ultimo atto fu l’assalto al Palazzo d’Inverno, sede del governo. I membri del governo provvisorio furono arrestati e il 26 ottobre fu costituito un nuovo governo, presieduto da Lenin. Nei mesi successivi però il “potere dal basso”, formatosi tra febbraio e ottobre, si sarebbe trasformato in “potere dall’alto”. E nel gennaio 1918 tutto il potere era ormai accentrato nelle mani dei bolscevichi. Il 30 dicembre 1922 nacque così il primo Stato socialista della storia: era l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche sotto la guida di Lenin.
L’URSS e la guerra fredda
L’Enciclopedia Motta è una fonte completa, insieme ai Decenni e a Historia, per approfondire la guerra fredda. Nel secondo dopoguera, sotto la guida di Stalin, l’URSS divenne uno dei due poli della guerra fredda. Come ricorda Paolo Soddu sull’Età moderna di Federico Motta Editore, il termine «guerra fredda» (cold war) fu usato per la prima volta dal finanziere Bernard Baruch, consigliere di Rooselvelt. Entrò però nel linguaggio comune nel 1947, grazie al giornalista Walter Lippman. Gli equilibri mondiali, in questa fase, erano condizionati dalla riorganizzazione dell’Europa nel dopoguerra e alla base ci fu la divisione della Germania in due Stati, uno sotto l’influenza statunitense e l’altro sotto il controllo dell’Unione Sovietica. E proprio la caduta del muro nel 1989 anticipò il crollo dell’URSS.