Cop 26, ambientalismo e sviluppo sostenibile
L’ambiente, il riscaldamento globale e lo sviluppo sostenibile sono al centro del dibattito della COP-26 che si sta svolgendo a Glasgow. Dal 1995, le Conferenze delle Parti (COP) dell’ONU sono occasioni per fare il punto sui progressi e decidere i futuri interventi per contrastare il riscaldamento globale. Sui leader internazionali ci sono però gli sguardi di tutti gli attivisti del mondo per la tutela dell’ambiente. Come ricordato nell’Enciclopedia Motta, la vendita di beni sul mercato internazionale e la massiccia industrializzazione hanno plasmato la realtà in cui viviamo. Allo stesso tempo, però, queste comodità rischiano di non essere sostenibili per il nostro pianeta. La coscienza ambientale e la consapevolezza che le nostre attività produttive hanno conseguenze sull’ambiente sono però una conquista recente, di cui parla Stefania Barca nel suo saggio Ambiente e ambientalismo sull’Età moderna di Federico Motta Editore.
Industrializzazione e cambiamenti climatici
Come ricordato in varie opere della Federico Motta Editore, e anche nell’Enciclopedia Motta, la vendita di prodotti su scala globale, l’industrializzazione e le nuove tecnologie sono tra gli aspetti che caratterizzano la globalizzazione. Tuttavia, ciò non si è ottenuto senza dei costi. A pagare è stato il nostro pianeta: dall’inizio dell’età industriale a oggi, migliaia di tonnellate di anidride carbonica prodotte dall’attività umana sono state riversate nell’atmosfera. E questa anidride carbonica ha contribuito a fare aumentare la temperatura del pianeta. Il tema, ora, è riuscire a limitare il riscaldamento, che ha conseguenze devastanti. Ne sono esempi gli eventi atmosferici sempre più violenti, la siccità di varie regioni e lo spostamento delle specie viventi da un’area all’altra. Per questo motivo, l’attenzione degli ambientalisti è ora sulla COP-26 e sulle decisioni che verranno prese dai leader mondiali.
Il Novecento, il secolo dell’ambientalismo
Verso la fine del Novecento è cresciuta la sensibilità verso i temi dell’ambiente. Come ricorda Stefania Barca nel suo saggio Ambiente e ambientalismo sull’Età moderna di Federico Motta Editore, il XX secolo sarà ricordato sia per i cambiamenti ambientali sia per la nascita di una riflessione su questi temi. L’ambientalismo nasce con la Rivoluzione industriale alla fine dell’Ottocento, ma si sviluppa a partire dalle scoperte scientifiche novecentesche in ecologia. Se all’inizio il movimento vedeva nella natura un bene da preservare per motivi storico-estetici, in seguito si fece largo l’idea della eco-efficienza, cioè lo sfruttamento delle risorse nel modo più efficiente possibile. A questo si è legato un terzo filone, quello della giustizia ambientale, cioè della distribuzione delle conseguenze dell’inquinamento sulla società.