La via della seta nel Medioevo
La visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia ha riaperto il dibattito sulla nuova via della seta, proposta dal governo di Pechino del 2013. Fin dall’antichità l’Europa occidentale ha intessuto rapporti commerciali con l’Asia orientale, e gli scambi avvenivano sull’antica via della seta. Nata all’epoca dell’impero romano, questa rete di vie carovaniere raggiunse il suo massimo splendore nel Duecento, grazie all’impero mongolo. Scopriamo che cos’era la via della seta nel Medioevo attraverso il saggio I grandi viaggiatori e la scoperta dell’Oriente di Sung Gyun Cho, pubblicato sul Medioevo di Federico Motta Editore.
L’età d’oro della via della seta
La via della seta era una rete di strade carovaniere e rotte marittime che collegavano l’impero romano con la Cina. Queste si consolidarono durante il regno della dinastia Han (III secolo), che spinse i mercanti cinesi a spostarsi in Occidente, facendo uscire il Paese dall’isolamento. Il periodo di maggior ricchezza fu però nel Duecento, quando il condottiero mongolo Gengis Khan unificò sotto un unico impero gran parte dell’Asia, dalla Russia alla Cina. La pax mongola, consolidata dalle conquiste di Kubilai, nipote di Gengis, favorì gli scambi commerciali. Questa fase, tuttavia, terminò con la caduta dell’impero mongolo, nella seconda metà del Trecento.
Marco Polo e gli italiani in Cina
I rapporti tra Italia e Cina risalgono a tempi antichissimi. Il più famoso italiano ad avere viaggiato fino in Cina lungo la via della seta fu il veneziano Marco Polo, che raccolse le sue impressioni nel Milione. Non fu però l’unico italiano a raggiungere il Catai, nome con cui era conosciuto all’epoca il Paese. I primi ad arrivare in Oriente non furono infatti i mercanti, ma i religiosi. Il più importante fu il francescano Giovanni da Pian del Carpine, che penetrò nel cuore dell’impero mongolo per predicare il Vangelo. La missione non ebbe i frutti sperati, ma il frate raccontò la sua esperienza nella Historia Mongolarum. Bisogna poi ricordare anche Giovanni da Montecorvino, divenuto il primo vescovo di Pechino, e Odorico da Pordenone, che raggiunse addirittura Lhasa, la residenza del dalai lama.