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Giorno della memoria: per non dimenticare

Giorno della memoria

Il 27 gennaio si celebra in tutto il mondo il Giorno della memoria, per ricordare le persecuzioni antiebraiche naziste. Nel 2018, però, cade anche l’80° anniversario delle leggi razziali, con le quali il regime fascista introduceva in Italia una serie di norme discriminatorie contro i cittadini di religione ebraica. In questo contesto assume particolare valore la decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di nominare senatrice a vita Liliana Segre. Sopravvissuta al lager di Auschwitz, Segre si è impegnata per promuovere la memoria e combattere le discriminazioni razziali. Di antisemitismo e Shoah parla Vincenzo Pinto sull’Età moderna di Federico Motta Editore.

Le origini dell’antisemitismo

Il Giorno della memoria ha lo scopo di mantenere vivo il ricordo delle atrocità naziste e far riflettere sulle loro cause. La parola “antisemitismo” fu coniata nel 1879 da Wilhelm Warr, un pubblicista tedesco, ed entrò subito nel lessico della politica europea. L’evento che portò all’attenzione della pubblica opinione le discriminazioni antiebraiche fu però l’affare Dreyfus. Tra il 1894 e il 1906 il generale di origini ebraiche Alfred Dreyfus fu processato e condannato con l’accusa di tradimento, ma si rivelò poi innocente. Negli stessi anni fecero la loro apparizione anche i Protocolli dei savi di Sion, un apocrifo realizzato dalla polizia segreta russa in cui si accusava gli ebrei di ordire un complotto contro l’Europa.

Giorno della memoria

Il saggio Antisemitismo e Shoah sull’Età moderna di Federico Motta Editore

L’antisemitismo scientifico

Gli anni tra le due guerre sono caratterizzati in tutta Europa da una situazione di crisi economica, politica e sociale. Sempre più le comunità ebraiche vengono indicate da alcuni partiti come un corpo estraneo nella società e a loro sono attribuite le cause della crisi. A dare maggiore forza a questo atteggiamento è l’antisemitismo scientifico, che partendo da considerazioni pseudoscientifiche individua gli ebrei come una razza inferiore rispetto a quella superiore degli ariani. Questa sarà la base per l’antisemitismo nazista.

L’antisemitismo nazista

Per il nazismo la comunità tedesca era fondata su tre pilastri: il popolo, lo Stato e il Fürher. In questo quadro, gli ebrei rappresentavano un corpo estraneo da eliminare. Nel 1933 vennero esclusi dalla vita pubblica, quindi nel 1935 le leggi di Norimberga negarono loro i diritti costituzionali. Nel 1938 i loro patrimoni furono requisiti e nel 1941 fu loro imposto di indossare una stella gialla per essere identificati. Leggi simili furono introdotte nel 1938, ottanta anni fa, anche nell’Italia di Mussolini, alleato di Hitler. Ultimo atto fu l’eliminazione fisica di tutte le minoranze ritenute inferiori: ebrei, ma anche zingari, slavi, omosessuali o handicappati.

Il Giorno della memoria

Il Giorno della memoria, che vuole ricordare questi eventi, cade nell’anniversario della liberazione di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio del 1945, lo stesso lager in cui fu imprigionata Liliana Segre. Come scritto da Pinto sull’Età moderna di Federico Motta Editore, la scoperta degli orrori nazisti ha costretto il mondo a interrogarsi sul lato oscuro della nostra civiltà. La storia del genocidio ebraico è «il lungo viaggio nel “cuore di tenebra” di una civiltà, che mette continuamente in discussione lo statuto di tutti i suoi esseri umani».

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